Ue: una consultazione coordinata per arginare le pratiche elusive

22.03.2022

La via è stata tracciata, ora si dovrà attendere a lungo e per diversi mesi, per intuire quale direzione prendere. La Commissione europea, infatti, ha avviato nei giorni passati una consultazione pubblica, non è la prima, per raccogliere stimoli, proposte e suggerimenti pratici in merito alla via da seguire per condurre con successo l'azione Ue diretta a dissuadere consulenti e intermediari che facilitano l'utilizzo di sofisticati strumenti normativi attraverso cui incoraggiare il ricorso all'evasione e all'elusione fiscali. Lo spazio aperto alla raccolta dei pareri chiuderà le porte il 16 febbraio 2016.
Il peso dell'elusione made-in Europa, quasi 200mld di minor gettito - L'urgenza del tema non è immotivata. In uno studio elaborato dal Servizio ricerca del Parlamento europeo, infatti, la stima del danno causato agli erari dei Paesi membri dal ricorso all'elusione fiscale è quantomeno allarmante. Due i numeri emersi dall'analisi condotta per mesi da un team di esperti: il primo si sofferma su di una stima minima, misurabile in 50-70 miliardi di euro l'anno di minor gettito in termini d'imposta sui profitti, naturalmente da ripartire tra i 28 Paesi membri in proporzione sia al rispettivo prodotto interno lordo sia in relazione alla concentrazione effettiva di grandi gruppi e di multinazionali entro i propri confini; il secondo dato invece si concentra su quella che viene definita la punta massima, e, al contempo, più contestuale in riferimento ai valori delle perdite reali determinate dall'elusione fiscale su scala internazionale, sempre relativamente al territorio europeo. Questo secondo dato vede oscillare l'intervallo di gettito tra i 160 e i 190 miliardi di euro l'anno, anche in questo caso si tratterebbe d'una perdita netta da ripartire tra i 28 Paesi membri. Ad ogni modo, ciò che emerge con tutta chiarezza dallo studio condotto dallo staff di esperti del Parlamento europeo è che, a prescindere dall'entità esatta del fenomeno elusivo, le grandi aziende grazie a questa pratica riescono a versare l'imposta sui profitti a un tasso effettivo medio pari al 75% di quello ordinario, cioè fissato per legge in ogni singolo Paese europeo. Se ciò implica un risparmio sul versante delle multinazionali, su quello dei bilanci pubblici comporta al contrario una perdita netta di risorse quantificabile, sempre per valori medi, nell'1,5%. In pratica, ciò consentirebbe, lasciando invariati i dati attuali di bilancio, un perfetto riallineamento nei parametri contabili fissati dalla Commissione, in termini di deficit, per tutti e 28 i Paesi membri. Ecco, forse, la giustificazione d'una consultazione pubblica che suona anche come un campanello d'allarme che trascende e va oltre la figura degli intermediari, dei consulenti finanziari e degli esperti di fiscalità internazionale sempre più spesso reclutati come promoter e suggeritori di pratiche elusive altamente complesse e al contempo rovinose per i danni arrecati alle finanze pubbliche dei Paesi che ne subiscono direttamente le perdite di gettito in termini di minori entrate fiscali.
L'involuzione degli esperti fiscali, da consulenti a promoter elusivi - La stessa Commissione punta il dito sul fatto che recenti rivelazioni hanno evidenziato come taluni intermediari, quali i consulenti fiscali, hanno aiutato i propri clienti a trasferire gli utili in paradisi fiscali al solo scopo di eludere le imposte. Sebbene alcune transazioni complesse e la costituzione di società all'estero possano essere interamente giustificabili, è chiaro anche che altre attività possono essere meno legittime e talvolta illegali. Per questa ragione, come del resto stabilito nella recente Comunicazione, su ulteriori misure intese a rafforzare la trasparenza e la lotta contro l'evasione e l'elusione fiscali, la Commissione intende fare maggiore luce sulle attività dei consulenti fiscali. Allo stesso tempo, si pone l'obiettivo di riflettere su come creare deterrenti efficaci per i promotori e coloro che attuano sistemi di pianificazione fiscale aggressiva nonché per coloro che li utilizzano.
Un tempo Leonardo, Caravaggio e Picasso, oggi l'arte corre sui codici fiscali e i veri depositari dell'arte sono i super-promoter fiscal-finanziari - Pierre Moscovici, Commissario per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, ha dichiarato: "Sistemi finanziari complessi e strutture societarie opache non sono una casualità: alcuni intermediari li hanno sviluppati tanto da farne dei capolavori. Questi esperti offrono ai propri clienti la possibilità di sfruttare in modo aggressivo le lacune o di trasferire i loro profitti per ridurre sostanzialmente le imposte dovute. La consultazione pubblica avviata oggi ci aiuterà a stabilire metodi per dissuadere gli intermediari dall'elaborare tali sistemi e a fornire agli Stati membri maggiori conoscenze e informazioni per consentire loro di porre fine a questa situazione."
Il progetto all'origine della consultazione, una rete su cui impigliare le attività dei promoter finanziari - In particolare, la Commissione intende raccogliere pareri su come istituire un sistema di comunicazione obbligatoria per i consulenti fiscali. Tali norme obbligherebbero gli intermediari a fornire informazioni tempestive sui sistemi che potrebbero essere ritenuti una pianificazione aggressiva o abusiva a fini fiscali e rifletterebbero le linee direttrici non vincolanti dell'Ocse (azione 12 BEPS) per la comunicazione delle strategie di pianificazione fiscale aggressiva. La consultazione pubblica aiuterà a decidere se è appropriato introdurre norme vincolanti a livello dell'Unione europea e, se del caso, quale dovrebbe essere lo strumento giuridico più adatto. La consultazione pubblica, come già accennato, scadrà il 16 febbraio.
Pratiche disinvolte, ma diffuse, da sradicare o comunque da arginare - Molte imprese, prosegue la Commissione europea nel giudizio sul quadro attuale e di contesto, e molti singoli cittadini si affidano a intermediari per elaborare strutture finanziarie che li aiutino a eludere la propria giusta quota di imposte. Questi intermediari includono consulenti, avvocati, consulenti finanziari e per gli investimenti, contabili, istituzioni finanziarie, intermediari assicurativi e agenti che istituiscono società (prestatori di servizi relativi a società o trust). I sistemi elaborati da questi intermediari possono spesso portare a una perdita di gettito fiscale per le casse degli Stati.
La consultazione è il punto d'arrivo che raccoglie input e stimoli differenti ma tutti nella medesima direzione: stop all'elusione fiscale - La consultazione che ha aperto da giorni i battenti non nasce dal nulla. Al contrario, è il frutto di diverse sinergie, anzi, ne costituisce il punto ideale di incontro e fusione. In particolare, è stato il Parlamento europeo ha chiedere con insistenza, e per primo, misure più rigorose nei confronti degli intermediari che contribuiscono a creare sistemi di pianificazione fiscale aggressiva. Il Consiglio ha fatto seguito a questa prima indicazione, ufficializzando l'invito, in tale direzione, anche alla Commissione, con queste parole "a prendere in considerazione iniziative legislative in materia di norme sulla comunicazione obbligatoria di informazioni, sulla base dell'azione 12 del progetto dell'OCSE sul BEPS, al fine di introdurre disincentivi più efficaci per gli intermediari che intervengono nell'ambito di sistemi di evasione o elusione fiscali". È a conclusione di questo processo che si giunge oggi a una consultazione aperta, pubblica con l'obiettivo di raccogliere pareri sull'eventuale necessità di un'azione coordinata ed efficace dell'Ue volta a introdurre deterrenti più efficaci per i consulenti fiscali impegnati in operazioni che facilitano l'opacizzazione dei conti delle aziende fornendo la base prodromica su cui s'innestano l'evasione e l'elusione fiscale. I pareri dovranno anche fornire indicazioni utili su come su come queste norme dovrebbero essere elaborate e, in certi casi particolari, applicate. DA FISCO OGGI