L'integrazione dei dati economici e climatici rafforzerà la politica climatica. Di Francesco Di Tommaso

08.11.2024

La Data Gaps Initiative (DGI) è stata lanciata nel 2009 dai ministri delle finanze e dai governatori delle banche centrali del G20 (FMCBG) per colmare le lacune nei dati rilevanti per le politiche identificate a seguito della crisi finanziaria globale. Nel tempo è stata integrata anche con le informazioni e le attività relative al cambiamento climatico e potrà aiutare i responsabili politici a comprendere meglio l'impatto ambientale delle attività economiche e l'efficacia delle politiche climatiche. 

Poiché le economie di tutto il mondo si sforzano di ridurre le emissioni e raggiungere una crescita sostenibile, dati affidabili sono fondamentali. Costituisce la base per un processo decisionale informato, guidando lo sviluppo, l'attuazione e il monitoraggio delle politiche. Riconoscendo ciò, il Gruppo dei Venti sta intensificando gli sforzi per migliorare la portata e la qualità dei dati relativi al clima. Attraverso la terza fase dell'iniziativa Data Gaps, cerca di integrare meglio i dati climatici con le statistiche macroeconomiche. In questo modo è possibile comprendere meglio l'impatto ambientale delle attività economiche e l'efficacia delle politiche climatiche. Le analisi statistiche evidenziano una di queste metriche utili: l'intensità delle emissioni di gas serra, che misura i livelli di emissione rispetto alla produzione del settore. Questo mostra quali industrie producono più inquinanti per dollaro di produzione e può guidare gli sforzi per ridurre le emissioni nelle aree più impattanti. 

I dati ad oggi mostrano notevoli riduzioni dell'intensità delle emissioni nei settori agricolo e industriale, quest'ultimo comprendente l'elettricità, l'estrazione mineraria e l'industria idrica. Ciò è particolarmente incoraggiante in quanto questi settori insieme rappresentano oltre il 75% di tutte le emissioni del G20 e sono tra i più intensivi in termini di emissioni. Questo calo dell'intensità delle emissioni suggerisce che le fonti di energia a basse emissioni di carbonio, le tecnologie più pulite e i miglioramenti dell'efficienza energetica stanno dando i loro frutti. Per comprendere meglio come queste dinamiche si stanno svolgendo nei settori e nelle economie, sono necessari dati più granulari e precisi. Fornire dati più granulari per comprendere meglio la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio è un obiettivo importante dell'iniziativa del G20 sulle lacune nei dati. Sebbene l'intensità delle emissioni in alcuni settori chiave stia diminuendo, il ritmo complessivo è ancora insufficiente per dissociare la crescita economica dalle emissioni in tempo utile per raggiungere gli obiettivi climatici. Il rapporto del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico del 2023 indica che le emissioni globali di gas serra dovrebbero diminuire di almeno il 43% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019 per evitare che il riscaldamento globale superi 1,5 gradi Celsius. Raggiungere questa riduzione delle emissioni mantenendo la crescita economica porterebbe le intensità delle emissioni verso lo zero, dove in ultima analisi abbiamo bisogno di arrivare. Un'analisi più approfondita dei dati rivela lacune significative e persistenti. Sebbene l'iniziativa sui dati renda disponibili un numero maggiore di informazioni, la maggior parte delle economie del G20 non produce ancora regolarmente statistiche o lo fa senza i necessari dettagli settoriali. Questa mancanza di una solida copertura dei dati ostacola una gestione e un processo decisionale efficaci, rafforzando l'adagio "Non puoi gestire ciò che non misuri". 

Le emissioni di gas serra derivanti dalle attività produttive sono solo una parte dell'impronta di carbonio di un paese. Per comprendere appieno i progressi globali, in particolare dal punto di vista dell'attuazione degli adeguamenti normativi per la produzione di beni inquinanti fuori dai confini, è necessario tenere conto delle riduzioni delle emissioni ottenute trasferendo le attività ad alta intensità di inquinamento verso economie al di fuori del G20. Tuttavia, affrontare questo problema richiede una prospettiva globale. Uno degli obiettivi dell'iniziativa è quello di calcolare l'impronta di carbonio per il G20 che rifletta le emissioni di ciascun paese, indipendentemente dal luogo in cui le emissioni si verificano fisicamente. Le iniziative in corso nell'ambito della terza fase per standardizzare ed espandere i conti delle emissioni atmosferiche vanno oltre i semplici adeguamenti procedurali; svolgono un ruolo fondamentale nell'allineare meglio le politiche economiche agli obiettivi sostenibili. Man mano che il lavoro procede, continuerà a migliorare il modo in cui i paesi misurano e, in ultima analisi, gestiscono il loro impatto ambientale. Dott. Francesco Di Tommaso Fonte 


Fondo Monetario Internazionale