I risultati della COP29. Di Arturo Gulinelli
La COP29 si è conclusa e in questo articolo proviamo a fare chiarezza sui risultati ottenuti; non tutti sono convinti che sia stato un successo e non sono mancate le polemiche. Andiamo con ordine.
La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP29) si è chiusa con un principale obiettivo: un impegno finanziario per aiutare i paesi a proteggere le loro popolazioni ed economie dai disastri climatici, e promuovere e condividere i benefici offerti dal boom dell'energia pulita. La COP29 ha riunito circa 200 paesi a Baku, in Azerbaigian, e ha raggiunto un accordo che da molti non è ritenuto di grande impatto e che prevede un finanziamento ai paesi in via di sviluppo che è passato a 300 miliardi l'anno, il precedente obiettivo era di 100 miliardi di dollari all'anno, entro il 2035. La sfida è quella di aumentare i finanziamenti ai paesi in via di sviluppo, da fonti pubbliche e private, per portarli fino all'importo di 1,3 trilioni di dollari all'anno entro il 2035.
L'accordo denominato Nuovo Obiettivo Quantificato Collettivo sulla Finanza Climatica (NCQG) è stato raggiunto dopo due settimane di negoziati non facili, anche a causa di un processo complicato che richiede che tutte le nazioni si accordino all'unanimità sul testo finale.
Come ha dichiarato Simon Stiell, segretario esecutivo delle Nazioni Unite per il cambiamento climatico: "come qualsiasi polizza assicurativa l'accordo può funzionare (nda parole in corsivo aggiunte alla traduzione) solo se i premi vengono pagati per intero e in tempo. Le promesse devono essere mantenute, per proteggere miliardi di vite." Gli investimenti in tema di energie pulite sono in crescita come sostenuto anche dall'Agenzia Internazionale per l'Energia che prevede che gli investimenti globali supereranno per la prima volta i 2 trilioni di dollari nel 2024.
Il nuovo obiettivo finanziario della COP29 registra passi avanti significativi nell'azione globale per il clima rispetto alla COP27, concordando uno storico Fondo per le perdite e i danni; miglioramenti anche rispetto alla COP28, con un accordo globale per abbandonare tutti i combustibili fossili nei sistemi energetici in modo rapido ed equo, triplicando le energie rinnovabili e aumentando la resilienza climatica.
La COP29 ha inoltre raggiunto un traguardo per quel che riguarda la regolamentazione dei mercati del carbonio – che diverse COP precedenti non erano state in grado di definire. Questi accordi aiuteranno i paesi a realizzare i loro piani climatici in modo più rapido ed economico e a compiere progressi nel dimezzare le emissioni globali in questo decennio, come richiesto dagli scienziati.
Come anticipato l'accordo di Baku non ha soddisfatto le aspettative di tutte le parti, in particolare degli ambientalisti che speravano in un risultato di maggior rilievo.
I piani climatici che i paesi dovranno adottare nei prossimi anni avranno lo scopo di mantenere a portata di mano il limite di riscaldamento di 1,5°C già stabilito. Durante la conferenza due paesi appartenenti al gruppo del G20, il Regno Unito e il Brasile, hanno dichiarato di voler intensificare l'azione per mitigare gli effetti del cambiamento climatico inserendo obiettivi sfidanti nei loro piani, già dal 2025.
Vediamo alcuni dei risultati raggiunti dalla COP29:
- riguardo all'articolo 6 dell'Accordo di Parigi sono stati fatti dei progressi sul mercato del carbonio. I paesi hanno concordato gli elementi essenziali e costitutivi che stabiliscono come funzioneranno i mercati del carbonio; sarà un impegno comune quello di rendere pienamente operativo il commercio da paese a paese creando un meccanismo di credito del carbonio. Sul commercio da paese a paese, contenuto nell'articolo 6.2, la decisione della COP29 fornisce chiarezza su come i paesi autorizzeranno il commercio di crediti di carbonio e su come funzioneranno i registri che dovranno monitorare gli scambi. Tutto il processo sarà improntato a criteri di massima trasparenza. L'accordo ha previsto degli standard per istituire un mercato centralizzato del carbonio nell'ambito del meccanismo ONU. Un mercato efficiente e trasparente, con iniziative valide, potrebbe portare nuovi flussi finanziari e sostegno per i paesi in via di sviluppo. Il mercato funzionerà bene se verranno previsti controlli obbligatori e puntuali sui progetti di tutela dell'ambiente e dei diritti umani, comprese le garanzie che garantiscano che il progetto non può andare avanti senza un accordo esplicito e informato di tutte le parti in gioco, comprese le popolazioni indigene. Sarà indispensabile, inoltre, permettere a chiunque sia interessato da un progetto, di poter presentare ricorso contro una decisione o presentare un reclamo. L'istituzione del mercato del carbonio non si ferma a Baku, l'Organismo di Vigilanza che istituisce il meccanismo di accredito del carbonio ha ricevuto dalle Parti, che hanno partecipato alla conferenza, un lungo elenco di cose da fare nell'anno che sta entrando;
- per la rendicontazione in tema di clima si punta tutto sulla trasparenza. La rendicontazione trasparente sul clima ha registrato l'impegno di alcuni paesi a fare passi avanti. In particolare, diversi governi hanno presentato il primo rapporto sulla trasparenza in ambito di rendicontazione sui cambiamenti climatici. Andorra, Azerbaigian, Unione Europea, Germania, Guyana, Giappone, Kazakistan, Maldive, Paesi Bassi, Panama, Singapore, Spagna e Turchia hanno aperto la strada alla rendicontazione climatica trasparente. Inoltre, si cercherà di promuovere la formazione tecnica su questi temi prevedendo un sostegno economico ai paesi in via di sviluppo per favorire la rendicontazione;
- parità di genere e cambiamento climatico. I paesi hanno concordato sulla necessità di affiancare ai cambiamenti climatici la questione sulla parità di genere, estendendo e rafforzando i programmi specifici già avviati in passato. È stata riaffermata l'importanza dell'uguaglianza di genere ed è stata promossa l'integrazione della dimensione di genere in tutta la convenzione relativa al clima, prevedendo di sviluppare un nuovo piano d'azione sulla parità di genere che dovrà essere adottato nella COP30; momento in cui si dovranno stabilire la direzione, le finalità e obiettivi concreti in questo specifico ambito;
- partecipazione della società civile nelle decisioni sul clima. Alla COP29 si sono uniti come partecipanti: la società civile, le multinazionali, le imprese, le popolazioni indigene, i giovani, la filantropia e le organizzazioni internazionali. Più di 55.000 persone hanno partecipato all'evento con la finalità di condividere idee, soluzioni e costruire partenariati e coalizioni. Non tutti hanno valutato in modo favorevole la presenza massiccia dei lobbisti che rappresentavano le imprese del settore OIL e GAS. Insieme ai piani formali, lo spazio Global Climate Action alla COP29 ha fornito una piattaforma per governi, imprese e società civile dove collaborare e promuovere idee e soluzioni climatiche nel da applicare nel mondo reale.
Serviranno nuovi stimoli e azioni concertate più stringenti alla COP30, i cambiamenti climatici in atto e gli eventi recenti accaduti in Spagna, non ultimi, dimostrano che il tempo è poco; si fanno passi avanti ma forse saranno necessari sforzi più rilevanti, e una minore diffidenza di governi e imprese verso i cambiamenti climatici.
Non c'è spazio per il negazionismo climatico.
Dott. Arturo Gulinelli
LEGALECONOMY