Flati tax e disuguaglianza
Uno studio non molto recente ma molto accurato (Effects of flat tax reforms in Europe on inequality and poverty - Alari Paulusx of University of Essex UK, and Andreas Peichlz of Center for Public Economics - University of Cologne Germany) cerca di valutare se l'introduzione di un'imposta sul reddito fissa può dare benefici o piuttosto aumentare la disuguaglianza.
Gli autori sostenevano che lo scopo del loro lavoro era quello di fornire un'analisi empirica degli effetti distributivi di diverse ipotetiche riforme fiscali per alcuni paesi europei, facendo affidamento su EUROMOD, un modello di microsimulazione del beneficio fiscale per l'UE15, che garantisce risultati comparabili attraverso un quadro comune.
L'imposta sul reddito con aliquota fissa, è diventata sempre più popolare negli ultimi decenni. A quel tempo, lo studio venne pubblicato nel 2007, c'erano solo pochi paesi in cui era stata applicata la flat tax. Nel 2007 c'erano in tutto 22 paesi nel mondo con sistemi fiscali di questo tipo, di cui la metà era nell'Europa orientale.
Ci sono tre vantaggi principali che solitamente sono associati ai sistemi cd "flat tax".
In primo luogo, si tende a sostenere che la flat tax può aumentare gli incentivi all'offerta di lavoro e la produttività. Questo perché si ritiene che un'alta tassazione scoraggia il lavoro. In realtà nei sistemi a fiscalità progressiva la tassazione è alta prevalentemente per i redditi elevati e in questi casi la motivazione dei lavoratori è molto diversa dal risparmio fiscale, e quindi questa giustificazione non è valida. Mentre per i lavoratori a basso reddito, in genere, è socialmente ed economicamente più importante avere un lavoro, e pagare le tasse, piuttosto che non averlo e non avere alcun reddito. L'idea quindi che una tassa più bassa spinga le persone a lavorare di più in considerazione dell'aumento del reddito disponibile è teoricamente poco convincente.
Un altro motivo con cui si cerca di accreditare i sistemi fiscali "flat tax" è che una riduzione del carico tributario può aumentare la conformità fiscale. Questo argomento è più debole nei paesi sviluppati che hanno sistemi di controllo e repressione dell'evasione più strutturati, ma può avere maggior rilievo per i paesi in via di sviluppo.
In terzo luogo si sostiene che un sistema "flat tax" può semplificare da un punto di vista burocratico la tassazione sul reddito. In effetti i sistemi tributari in Europa sono evoluti e piuttosto complessi, pertanto, un sistema più semplice di calcolo delle imposte facilita la vita ai contribuenti, e può essere più trasparente anche a livello aggregato. La semplificazione può ridurre i costi di amministrazione e conformità.
Il principale problema dei sistemi fiscali "flat tax" è che hanno grandi lacune in termini di disuguaglianza ed è essenzialmente questa la ragione che ne limita la diffusione nei paesi sviluppati.
Come anticipato lo scopo del lavoro degli autori citati era quello di fornire un'analisi empirica sugli effetti distributivi di diversi modelli fiscali per alcuni paesi europei. Utilizzando il modello EUROMOD, un modello di microsimulazione che evidenzia i benefici fiscali per l'UE15; si cercava di fornire un'analisi empirica sugli effetti distributivi di diversi modelli di tassazione congegnati secondo una aliquota unica (flat tax) per i paesi europei selezionati in un quadro comune.
Gli autori avevano modellato degli scenari neutrali dal punto di vista delle entrate in cui tutte le detrazioni e le indennità esistenti dell'imposta sul reddito venivano sostituite con un'unica aliquota fissa, semplificando quindi i sistemi e rendendoli più trasparenti.
In generale, gli effetti di una riforma "flat tax" differiscono considerevolmente con le modifiche delle aliquote progressive e dello sgravio fiscale.
Per riassumere, i risultati dello studio evidenziavano che le riforme "flat tax"m neutrali in termini di entrate, conducono ad una crescente disuguaglianza e ad una ridistribuzione a favore dei redditi più alti a scapito di quelli bassi e medi. In forza di ciò aumentano anche la povertà e la ricchezza e quindi la polarizzazione della distribuzione del reddito.
L'aspetto positivo è quello di una certa semplificazione fiscale, si riducono i calcoli e potenzialmente (potenzialmente perché dipende dalla struttura delle detrazioni introdotte) gli adempimenti e i costi amministrativi.
Ma si può accettare l'aumento della disuguaglianza con una supposta semplificazione fiscale?
Gli autori spingevano, inoltre, l'attenzione sul fatto che una riforma dell'imposta sul reddito delle persone fisiche potrebbe non avere un effetto di stimolo per la crescita dell'occupazione. Questo perché per far crescere l'occupazione occorrerebbe agevolare la tassazione dei fattori produttivi, quali ad esempio il capitale e il lavoro.
E quindi visto, che ad esempio in Italia, la tassazione sul capitale è già piatta o agevolata, vedi la tassazione del capitale innovativo (contributi per ricerca e sviluppo), sarebbe più utile sostenere il reddito da lavoro e i contributi alle imprese, ovvero ridurre il cuneo fiscale.