Si è svolto venerdì 26 ottobre ad Assisi, presso la sede storica di Palazzo Monte Frumentario, il seminario "Banche dati geografiche della toponomastica, numerazione civica e fabbricati. Esperienze regionali e comunali a confronto". L'incontro, organizzato dalla Regione Umbria in collaborazione con il Centro interregionale per i sistemi informatici geografici e statistici (Cisis), è stato un'importante occasione di confronto tra gli operatori istituzionali e un'opportunità per fare il punto sulle attività poste in essere e le esperienze più significative nel panorama nazionale in materia di archivi dei dati toponomastici, che costituiscono una parte rilevante del patrimonio informativo pubblico.
Hanno preso parte al seminario: l'Agenzia delle entrate, l'Istat, l'Agid e l'Ifel - fondazione Anci, oltre a numerose amministrazioni locali (le Regioni Umbria, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto e i Comuni di Cesena, Vicenza, Perugia e Narni).
L'esigenza di un archivio unico dei dati toponomastici
Al centro dell'attenzione del workshop, il tema della realizzazione dell'infrastruttura unica di dati geografici, condivisa tra i livelli locale, regionale e nazionale, per supportare adeguatamente le richieste informative degli operatori e offrire a tutti i settori della pubblica amministrazione una potente e omogenea chiave informativa e interpretativa dei dati territoriali, garantita dalla loro spazializzazione.
L'esigenza di una banca dati unica trae origine dalle criticità riscontrate nel tempo da amministrazioni e imprese che, fino al 2009, in assenza di archivi resi disponibili da parte dei Comuni sui propri siti internet, hanno sempre utilizzato propri archivi interni di indirizzi.
Gli stessi Comuni, pur titolati alla tenuta degli stradari, hanno fatto spesso riferimento a molteplici archivi, a volte non coerenti tra loro, spesso gestiti in modo autonomo dai singoli uffici utilizzatori (anagrafe, uffici tecnici, uffici tributi, toponomastica).
L'Agenzia del territorio (ora Agenzia delle entrate), negli anni passati, per migliorare la qualità delle informazioni inserite e aggiornate in banca dati dai tecnici professionisti con gli atti di aggiornamento catastali, ha fatto periodiche azioni di bonifica, confrontando gli indirizzi catastali con stradari reperibili sul mercato. Nel 2010, in occasione del 15° censimento della popolazione e delle abitazioni, l'Agenzia del territorio e l'Istat hanno stipulato una convenzione finalizzata alla costituzione dell'Archivio nazionale degli stradari e dei numeri civici (Ansc) di tutti i comuni italiani, utilizzato poi per il censimento stesso, da rendere disponibile alle pubbliche amministrazioni, ai cittadini e alle imprese.
I dati di partenza dell'archivio, costituiti dai toponimi contenuti negli indirizzi delle unità immobiliari urbane presenti nelle banche dati catastali, sono stati integrati, corretti e certificati, con quelli forniti dai Comuni all'Agenzia tramite il "Portale per i Comuni" per oltre 7.500 Comuni sotto i 20mila abitanti (quelli più grandi hanno comunque fornito i dati all'Istat attraverso il progetto già in essere denominato "Rilevazione numeri civici - Rnc). Quest'attività ha consentito ai Comuni più piccoli e tecnologicamente meno evoluti, a un anno dalla stipula della convenzione, di passare gratuitamente dagli archivi cartacei a quelli informatici, agevolandoli nelle attività di aggiornamento, interrogazione e, più in generale, negli adempimenti previsti dal regolamento anagrafico.
Dall'archivio Ansc alla realizzazione dell'Anncsu
Le verifiche post-censuarie e le attività di certificazione e validazione dei dati dell'Ansc hanno elevato ulteriormente la qualità dei dati presenti, che saranno utilizzati quale base di partenza per la realizzazione dell'Archivio nazionale dei numeri civici delle strade urbane (Anncsu).
L'intervento di Paolo Benetton, in rappresentanza della direzione centrale Servizi catastali, cartografici e di pubblicità immobiliare dell'Agenzia delle entrate, si è focalizzato sulle attività che porteranno, dalla costituzione dell'Ansc, all'attuazione dell'Anncsu. Il nuovo archivio, realizzato dall'Agenzia e dall'Istat, è previsto dall'articolo 3, comma 2, della legge 221/2012. Il Dpcm 12 maggio 2016 ha definito i contenuti, le modalità di accesso ai soggetti autorizzati, gli obblighi e le modalità di conferimento degli indirizzari e degli stradari, tenuti dai singoli Comuni, nonché i criteri per l'interoperabilità con le altre banche dati.
L'Anncsu conterrà circa 25 milioni di indirizzi in un unico riferimento informatizzato, codificato e costantemente aggiornato e certificato dai Comuni. Il data base centralizzato conterrà i dati degli stradari (le denominazioni delle aree di circolazione) e i numeri civici di tutti i comuni italiani, superando così tutte le iniziative di archiviazione realizzate in ambito locale. Sfruttando un'economia di scala a livello nazionale, l'operazione consente anche un significativo abbattimento dei costi, rendendo le informazioni fruibili alle pubbliche amministrazioni e a tutto il Paese.
Il modello organizzativo assegna ai Comuni (enti certificatori e titolari dei dati) l'onere di integrare e modificare le informazioni con quelle del proprio stradario e indirizzario attraverso un sistema omogeneo di codificazione, certificandone l'accuratezza e la completezza; l'Istat definisce le regole e i criteri di aggiornamento e standardizzazione della qualità dei dati. L'Agenzia delle entrate gestirà l'infrastruttura Anncsu nel rispetto degli analoghi standard adottati per la gestione dell'Anagrafe tributaria, garantendo la sicurezza dei dati, l'accessibilità ai servizi e l'assistenza all'utenza.
Le informazioni e l'interoperabilità del nuovo repository degli stradari
Sono contenute informazioni su specie, denominazione e codifica unica nazionale di ciascuna area di circolazione urbana nonché la lista, la codifica e il georiferimento dei numeri civici. In estrema sintesi, con regole standard stabilite dall'Istat, sono assegnati i nomi alle vie, piazze o vicoli, utilizzando criteri condivisi uguali per tutti gli 8mila comuni italiani. Sarà possibile l'integrazione con altre banche dati di interesse nazionale, quali la banca dati catastale, l'Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr), l'Anagrafe tributaria, le basi dati utilizzate dall'Istat per lo svolgimento dei prossimi censimenti permanenti della popolazione, da effettuarsi con cadenza annuale e non più decennale. Recentemente il "Team per la trasformazione digitale", istituito presso la presidenza del Consiglio dei ministri, ha indicato l'Anncsu come una delle iniziative da accelerare ai fini della maggiore digitalizzazione del Paese, in particolare per gli obiettivi in ambito open data.
Lo stato di avanzamento e l'avvio dei servizi Anncsu
I servizi potranno essere resi disponibili a seguito del previsto parere del Garante per la protezione dei dati personali sulle specifiche tecniche definite congiuntamente dall'Agenzia delle entrate e dall'Istat, in condivisione con l'Anci. Il Dpcm del 2016 prevede, infatti, servizi differenziati secondo l'utilizzatore, sia esso un Comune, l'Agenzia delle entrate o l'Istat, un gestore di servizi postali, una pubblica amministrazione, o un altro soggetto. I Comuni, titolari dei dati inseriti in Anncsu, necessitano di specifici servizi per gestire, inserire o aggiornare i dati di propria competenza oltre che servizi per l'interrogazione puntuale o massiva dei dati da parte degli utenti comunali e dalla data di attivazione utilizzeranno esclusivamente i dati in esso presenti.
L'Istat e l'Agenzia delle entrate avranno servizi per la gestione infrastrutturale dell'archivio e, in particolare, l'Istat potrà accedere a servizi per la realizzazione delle verifiche di rispondenza dei dati inseriti dai Comuni ai requisiti tecnici prestabiliti. L'Anncsu costituirà il riferimento nazionale per gli stradari e indirizzari comunali; pertanto, è necessario che sia consultabile da tutti i soggetti interessati. Per tale motivo sono previsti anche servizi d'interrogazione tramite open data.
Le pubbliche amministrazioni e i gestori di servizi postali, anche in cooperazione applicativa, potranno disporre di ulteriori servizi che consentiranno la segnalazione ai Comuni di indirizzi riscontrati sul territorio e non presenti in Anncsu o, viceversa, la presenza in Anncsu di indirizzi non corrispondenti ad accessi effettivamente presenti sul territorio. DA FISCO OGGI.